martedì 19 marzo 2013

Un ritratto di GiuseppeTominz per la festa del papà

Il doppio ritratto dell'architetto Valentino Valle e sua figlia Agnese, come documenta un'iscrizione posta sul retro del telaio, è stato acquistato dal Municipio di Trieste nel 1934 per essere donato ai Civici Musei di Storia ed Arte. Nel 1937 era esposto al Museo del Risorgimento, allora ospitato nel Villino Basevi, mentre negli anni quaranta, ritenuto più pertinente alla collezione ottocentesca del Museo Revoltella, venne trasferito nella sua attuale sede. Fino al 1988, quando Mauro Desilia ha restituito la paternità dell'opera a Giuseppe Tominz, si credeva che il dipinto fosse stato realizzato dal pittore e miniaturista Luigi De Castro (1823-1881), appartenente ad un famiglia originaria di Pirano e operante a Trieste tra il 1830 e la metà del secolo.
L'architetto Valle, raffigurato di tre quarti, tiene in mano un documento che permette di riconoscere immediatamente la sua identità: il progetto della casa costruita, nel 1825, per il conte Matteo Ivanovich in Riva Sauro n.6.  >>>
Fondamentale, per correggere e completare i dati biografici già noti dell’architetto, è stata la scoperta del suo testamento, conservato presso l'Archivio di Stato di Trieste (Archivio Notarile di Trieste, serie "Testamenti" b. 21, a. 1854). Questo documento, oltre che fornire la data esatta della morte di Valle,  1856, (e non 1850, come generalmente indicato nei testi), ha consentito di accertare l'identità della bambina raffigurata alle sue spalle: si tratta della figlia Agnese, nata nel 1819 e ultimogenita dell'architetto (che aveva anche due figli maschi, Brigido e Giuseppe), abbigliata e pettinata secondo la moda della seconda metà degli anni venti. L'età dimostrata dai due personaggi e la data del progetto di casa Ivanovich fanno pensare ad una collocazione di poco successiva al 1825, in quanto è difficile credere che l'architetto si sia fatto ritrarre con un progetto di molti anni prima. La presenza della sola bimba, inoltre, si spiegherebbe con il fatto che Valle era vedovo e che non si era ancora risposato. Il ritratto, tra l’altro, darebbe ulteriore conferma dell'arrivo di Tominz a Trieste già nel 1825 e del fatto che i suoi primi contatti furono con altri immigrati friulani (Valle, Gatteri…). In particolare, la conoscenza di Valle poteva fargli sperare in una commissione per la decorazione pittorica della chiesa di S. Antonio Nuovo, che, però, non arrivò.
Valentino Valle era un architetto di origine friulana  (1774-1856) che si era trasferito nel capoluogo giuliano nel primo decennio dell'Ottocento, come si può desumere da un documento datato 1808, conservato all'Archivio di Stato di Trieste (I.R. Governo di Trieste, b. 377, f.1772), nel quale viene richiesta l'autorizzazione all'edificazione di una casa, su un terreno di proprietà dello stesso Valle, nel Borgo Franceschino.
Dopo un apprendistato come scalpellino - che gli lasciò l'amore per la cura degli elementi architettonici in pietra viva, balconi e incorniciature delle finestre - Valle fu apprendista presso Giovanni Righetti il Vecchio, del quale, dopo il 1822, divenne socio e amministratore dell'impresa edile. Negli anni venti e trenta progettò diverse case nel Borgo Giuseppino, come quella per Carlo d'Ottavio Fontana, passata poi ai baroni Sartorio e quindi ai Tripcovich (1825) e quella disegnata, l'anno successivo, per i negozianti ebrei Hierschel. Come imprenditore, realizzò diverse fabbriche: la chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo (1828-1836), Palazzo Costanzi e il Tergesteo (1840). ("La porta orientale", 1954). Grazie alla sua attività, Valle divenne uno dei personaggi di maggior rilievo della città, tanto da rientrare tra i quaranta membri del Consiglio Ferdinandiano. Proprietario di diversi immobili in città - tra i quali la casa n.122 di via Santi Martiri, dove abitava - ipotecò il proprio stabile n.1698, in Contrada dei Bacchi, per aiutare la figlia Agnese, sposata ad Eugenio Hell nobile de Heldenwerth, a "piantare un negozio di ferreria e metalli fusi". Quest'ultima morì a Trieste nel 1876.
Nicoletta Bressan
 
Valentino Valle e la figlia, 1825-28
olio su tela, cm 77,5x101
Trieste, Civico Museo Revoltella

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